giovedì 20 dicembre 2012

CAOS DENTRO: La strage di Sandy Hook e il commercio delle armi negli USA


Alle 9.00 del 14/12/12  il ventenne Adam Lanza si reca nella scuola elementare di Sandy Hook, Newton, Connecticut. Rompe il vetro di una finestra con una pistola, si introduce nell’edificio e uccide la preside e la psicologa scolastica che sacrificano la loro vita per difendere dei bambini. Dopo l’omicidio delle due donne, Lanza si dirige verso una classe, ma la trova chiusa. Decide quindi di entrare in una seconda aula dove uccide a sangue freddo la supplente Lauren Rousseau e i 14 bambini della classe. Non ancora sazio di sangue, Adam si sposta in un’altra classe dove la maestra ha avuto la prontezza di nascondere i bambini nello sgabuzzino, ma sei di loro, presi dal panico, hanno tentato di fuggire e sono stati freddati dal killer. Dopo aver ucciso la loro maestra e un’altra insegnante, Lanza ha rivolto la pistola contro sé stesso e si è ucciso. Prima di compiere la strage il killer aveva assassinato sua madre, Nancy Lanza, con svariati colpi di pistola alla testa. Le armi usate per la strage sono due pistole (una Glock e una Sig Sauer) e un fucile d’assalto semiautomatico calibro 223 (probabilmente un M16). Esse appartenevano alla madre dell’omicida che le usava regolarmente in quanto appassionata di armi e poligoni di tiro. Adam Lanza aveva gravi problemi sia di salute che familiari: era infatti affetto dalla sindrome di Hasperger e i suoi genitori si erano separati tempo prima. Il ragazzo amava il computer e passava il suo tempo in solitudine, giocando a giochi di guerra per cui il giovane provava una irrefrenabile passione. Non penso che si scoprirà mai quale sia il vero movente di tale massacro in quanto l’assassino ha deciso di porre volontariamente fine alla propria vita, ma la domanda che ora sconvolge l’America è: sono giuste le “armi facili”? Si può davvero permettere che qualcosa di tanto pericoloso e poco sicuro sia alla portata di chiunque, compresi bambini e individuo psicologicamente instabili? Il secondo emendamento della costituzione americana recita che: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”. Molti ritengono che tale emendamento permetta solo alla “Milizia” (inteso come forze dell’ordine) di possedere armi e di usarle per la difesa dei cittadini, ma gran parte degli americani ritengono che ogni cittadino americano debba avere la possibilità di detenere un’arma per la propria sicurezza individuale, che è l’idea su cui attualmente si appoggia la legge che regola l’uso e il possesso di armi da fuoco nel paese. Ottenere un’arma è relativamente semplice, anche se bisogno ricordare che dal 1968, grazie al Gun Control Act, chi ha particolari precedenti penali ha più difficoltà a entrare legalmente in possesso di una pistola o di un fucile. I colpevoli di reati, i latitanti, gli immigrati clandestini, le persone soggette a ordinanze restrittive e chi non è cittadino statunitense, non possono né acquistare né possedere armi. Altre limitazioni sono previste per chi fa uso di particolari medicinali o di sostanze stupefacenti. Le leggi dei singoli stati complicano però il quadro, ponendo numerose eccezioni rispetto alle leggi federali. Nel Vermont, per esempio, non sono necessari particolari permessi e non ci sono nemmeno distinzioni tra residenti e non residenti: tutti possono girare armati, eccetto in alcuni luoghi come le scuole. In questi giorni che sono seguiti alla strage, la voce di coloro che si indignano di fronte a questa situazione paradossale si è fatta sentire con forza sempre maggiore e si pensa già ad una nuova legge sulle armi, ma sono pronto a scommettere che, come al solito, la NRA (National Rifle Association), una delle maggiori lobby delle armi statunitensi, ci metterà lo zampino per impedire al suo impero di crollare. Inoltre, bisogna guardare in faccia la realtà: negli Stati Uniti quasi l’80% delle persone aventi diritto di portare un’arma la posseggono, per non parlare di coloro che lo fanno senza averne diritto. C’è solo da sperare che si riesca a dire basta a questo obbrobrioso commercio che semina solo morte e mai vera giustizia. E non è vero che non sono le persone a uccidere: le persone armate e con un motivo qualsiasi per farlo sono i responsabili di tutte le tragedie che sono avvenute. Speriamo che il presidente Obama decida di far passare la legge anti-armi in modo simili stragi non vengano mai più perpetrate con una tale, terrificante facilità. 


                       

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